ORVAL 33 cl.
Orval Trappist Ale, spesso chiamata La Regina delle Trappiste. Fu prodotta per la prima volta nel 1931 e ha un gusto complesso ed inusuale.
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Orval Trappist Ale, spesso chiamata La Regina delle Trappiste. Fu prodotta per la prima volta nel 1931 e ha un gusto complesso ed inusuale.
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La produzione di birra nell'abbazia è iniziata fin dai primi giorni della stessa. Un documento scritto dall'abate nel 1628 fa riferimento diretto al consumo di birra e vino da parte dei monaci. L'ultimo mastro birraio ad essere anche monaco fu Fratello Pierre, deceduto nell'incendio del 1793.
Il birrificio attuale fu realizzato nel 1931 e impiegò laici; il suo scopo era quello di fornire un reddito ai monaci con il quale finanziare la ricostruzione in atto in quegli anni. Fu progettato da Henry Vaes, che progettò anche il caratteristico bicchiere di birra Orval. La prima birra fu consegnata dal birrificio il 7 maggio 1932, e fu venduta in barili anziché nelle bottiglie, come avviene oggi. La Orval fu la prima birra trappista ad essere venduta in tutto il Belgio.
C'è una leggenda sulla fondazione dell'abbazia, che ha l'intento di spiegare il significato del nome Orval e del suo stemma. Stando a questo racconto, Matilde di Canossa stava visitando il luogo, quando smarrì l'anello nuziale in un fiume. Dopo aver pregato affinché tornasse in possesso dell'anello, una trota apparve sulla superficie dell'acqua con l'anello in bocca. La donna esclamò "Questa è davvero una Valle d'Oro!", da cui deriverebbe il nome "Orval".
Il simbolo dell'abbazia mostra la trota con l'anello in bocca, e quel fiume ancora oggi fornisce acqua al monastero e al birrificio annesso.
Orval Trappist Ale, spesso chiamata La Regina delle Trappiste. Fu prodotta per la prima volta nel 1931 e ha un gusto complesso ed inusuale.
Di colore rosato con riflessi aranciati l’ORVAL ha profumi intensi di frutta matura, in particolare susine e prugne bianche. In bocca è asciutta, fresca e morbida, fruttata, ricca di toni vegetali, con uno sfondo amarognolo di rabarbaro e china, e un tocco di liquirizia dato dai particolari processi di luppolatura. Ha una spuma cremosa, retrogusto fresco e lunga persistenza.
Produzione della birra Orval
Gli ingredienti di partenza per la preparazione di questa straordinaria birra sono acqua purissima, orzo maltato, luppolo e zucchero liquido caramellato. La produzione si articola in diverse fasi:
Birrificazione: il malto viene macinato e messo in infusione, ottenendo un mosto che viene fatto bollire per un’ora e mezza. Successivamente si aggiunge il luppolo e si lascia raffreddare il tutto.
Fermentazione 1: al mosto vengono aggiunti speciali ceppi di lieviti selezionati ad alta fermentazione, che trasformano gli zuccheri in alcool e anidride carbonica. Per quattro o cinque giorni il liquido rimane a temperature comprese tra 15 e 23°C.
Fermentazione 2: una seconda tipologia di lieviti viene aggiunta per far proseguire la fermentazione, insieme a sacchetti contenenti coni di luppolo che vengono fatti macerare nel liquido (la cosiddetta “luppolatura a secco”) allo scopo di migliorare l’aroma della birra. In questa fase si lascia riposare il tutto per due o tre settimane.
Imbottigliamento: la birra viene centrifugata per separare dal liquido le particelle solide, dopodiché si procede con l’aggiunta di altro zucchero e lievito per consentire la rifermentazione in bottiglia.
Rifermentazione: durante il periodo di riposo che segue l’imbottigliamento, la birra viene mantenuta in cantine alla temperatura di 15°C dove completerà la sua lenta fermentazione in 3-5 settimane.
La caratteristica bottiglia della Orval, la cui forma assomiglia un po’ a quella di un birillo del bowling, è stata accuratamente studiata per trattenere sul fondo il sedimento. In questo modo, si può sorseggiare la birra senza che sapori e profumi vengano alterati dai lieviti depositati sul fondo.
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