Ce ne andiamo in Germania e precisamente ad Einbeck, in Bassa Sassonia. Siamo in pieno medioevo e la cittadina vive anni di grande fermento (letterale) grazie ai privilegi destinati ai membri della Lega Anseatica, alleanza che controlla gli scambi commerciali su buona parte dell’Europa meridionale.
Punta di diamante dell’export locale sono proprio le birre, o meglio un tipo di birra (ciò che oggi definiamo stile), il progenitore delle bock appunto. Queste birre corpose e forti piacevano un sacco anche agli Wittelsbach
Il nome, di fatto la storpiatura in dialetto bavarese di Einbeck, in lingua tedesca significa ariete (caprone, becco). I cornuti quadrupedi sono spesso usati come manifesto in etichetta.
Esistono diverse variazioni sul tema.
Tra i più noti esempi ci sono senza dubbio le doppelbock, versioni (oggi) più alcoliche e corpose dello stile, in origine prodotte dai monaci paolotti (S. Francesco Di Paola) per essere consumate nei periodi dell’anno in cui, per pratica religiosa, era imposto loro il digiuno.
Moltissimi esempi oggi in commercio riportano in etichetta il suffisso –ator, vuoi per tributare la Salvator di Paulaner, cui è legata la storia dello stile, vuoi per sfruttarne la popolarità.
Ritorniamo alle basse fermentazioni, ovvero a ciò che caratterizza le tecnologie produttive di alcuni tra i più noti stili di matrice teutonica. Complessità olfattiva, maggiore corpo e alcol sintetizzano il tema sensoriale proprio di queste birre, che dovrebbero essere all’incirca così:
SCHIUMA: abbondante, cremosa e persistente di color crema;
ASPETTO: il colore varia in funzione della miscela di malti utilizzati e rientra tra un ramato intenso e un marrone scuro. Limpida;
NASO: Intenso e ampio. I sentori ascrivibili al malto e ai tostati la fanno da padrone. Crosta di pane, miele, caramello, frutta secca e accenni di frutti scuri (maturi, cotti e appassiti) possono caratterizzare lo stile.
IN BOCCA: l’ingresso è dolce, ma ben mitigato dalla buona attenuazione (un sinonimo di secchezza) e dal contributo del luppolo. Il sorso è mediamente corposo e leggermente caldo (6.3 – 7.2%), non stucchevole. Amaro non percepibile.
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